In realtà i processi di declassificazione andrebbero analizzati iuxta propria principia: e chi ha seguito negli ultimi anni, anche alla lontana, tali processi in relazione a documentazione politica, militare e/o d’intelligence, avrà probabilmente intuito, in tutto o in parte, le ragioni “esplicite” (almeno all’interno dell’istituto decisore) degli odierni rilasci di ampie dimensioni. Ragioni che, per il caso britannico, sono oggi evidenziate da uno scambio di messaggi, nell’intenzione degli autori riservato, ottenuto in questi giorni da David Clarke insieme ad altro materiale relativo alla documentazione del DI55, compreso un sommario di quanto sarà pubblicato.
Il tutto è presentato da Joe McGonagle (che con Clarke e Gary Anthony ha avuto un importante ruolo di stimolo nel convincere gli uffici competenti del dicastero a giungere alla decisione poi presa) in un commento intitolato Contaminated records and the release of the DI55 files, firmato anche dagli altri due ricercatori, che è apparso oggi sul sito da egli curato. Dallo scambio di messaggi si evince anche l’opinione maturata nei confronti della normativa britannica sulla libertà d’informazione e di coloro che la utilizzano da parte di uno dei due anonimi interlocutori nonché il possibile rischio che correrà la documentazione originale dopo la pubblicazione on-line.
[Per approfondire l’interesse “ufficiale” nel Regno Unito:
Clarke, David, & Roberts, Andy (2002). Out of the Shadows. UFOs, the Establishment & the Official Cover-up. London (UK), Judy Piatkus.
Clarke, David, & Anthony, Gary (2006, August). The British MoD study: Project Condign. International UFO Reporter 30(4), 3-13, 29-32
nonché il sito del Condign team:
http://www.uk-ufo.org/condign/
Come già ricordato in un precedente post, David Clarke parteciperà il prossimo 23 giugno al convegno organizzato dal Centro Italiano Studi Ufologici. Per maggiori informazioni vedi qui ]